ELEMENTI DEL KUNDALINI YOGA
In questa sezione troverete delle descrizioni basiche dei diversi elementi, aspetti e concetti che riguardano la pratica il Kundalini Yoga.
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I Chakras
La parola “chakra” significa “ruota”. I chakra sono i centri o vortici dell’energia. Questi vortici hanno una posizione nel nostro corpo pur se non esistano in un senso fisico o materiale.
Sette dei chakra corrispondono ad aree del sistema endocrino o ai plessi dei nervi del corpo fisico, mentre l’ottavo corrisponde all’aura o campo magnetico del corpo.
I primi tre chakra sono conosciuti come il “Triangolo Inferiore”, mentre il Quinto, Sesto e Settimo chakra come il “Triangolo Superiore”. Il Quarto chakra, il chakra del Cuore, è il punto di equilibrio tra di essi.
I primi cinque chakra sono associati a ognuno dei cinque elementi grossolani (tattvas): terra, acqua, fuoco, aria ed etere e alle qualità che ogni elemento rappresenta. I chakra superiori corrispondono ai regni più sottili pertanto non c’è correlazione con gli elementi.
I chakras influiscono sulle nostre percezioni, sui nostri sentimenti e sulle nostre scelte. Influiscono sul flusso e sui tipi di pensiero che abbiamo e sulle energie che possiamo raccogliere per agire su di essi e manifestarli. Per quanto riguarda il nostro comportamento, agiscono sulla relazione tra il conscio e subconscio.
Chakras del triangolo inferiore
I chakra del triangolo inferiore si concentrano sull’eliminazione e la riduzione. Sono bilanciati dai chakra del triangolo superiore.
Chakras del triangolo superiore
I chakras del triangolo superiore si concentrano sulla accumulazione, la creazione e la ridefinizione
Punto di equilibrio tra il triangolo inferiore e superiore:
l'ottavo chakra: la forza della corazza di energia che circonda tutti gli altri chakra
Il punto dell’ombelico e il terzo chakra
Il Punto dell’Ombelico non corrisponde esattamente all’ombelico ma è ad esso collegato.
Il centro è eterico, pochi centimetri al di sotto dell’ombelico e di fronte alla spina dorsale. È un centro di trasformazione di energia nel corpo.
Ha una funzione importante visto che migliaia di canali che trasportano la forza del corpo convergono in questo punto e possono avere correnti, velocità, e intensità di flusso diverse che nascono e si regolano.
Contiene il punto di partenza dei 72.000 nervi, di cui 72 sono vitali, e 10 di questi 72 sono i più importanti
Un buon modo per localizzarlo è bloccare il mignolo in giù utilizzando il pollice, lasciando allungate le altre tre dita. Mettete queste tre dita dritte sulla pancia in modo orizzontale, proprio sotto l’ombelico. Il Punto dell’Ombelico è proprio sotto il dito anulare.
La regione intorno al Punto dell’Ombelico è associata al Terzo Chakra. Il Terzo Chakra è il centro dell’energia, della forza di volontà e del senso di controllo e di coordinazione. È alimentato dal fuoco del plesso solare ed è governato dall’elemento fuoco.
È la forza motrice per agire e per completare le concettualizzazioni e le visualizzazioni che si hanno nella vita.
Il Terzo Chakra è considerato la riserva di energia all’interno del corpo. È da questa zona che l’energia della kundalini viene avviata.
L’energia di riserva all’ombelico raccoglie la forza e poi risveglia la kundalini addormentata che giace avvolta attraverso il Primo Chakra (Alla base della colonna vertebrale). Poi l’energia della kundalini inizia il suo viaggio di risveglio e di riattivazione lungo la spina dorsale.
Quando il Terzo Chakra è attivo, si attiva il “sesto senso”. A volte si dice: “Lo so, ma non posso spiegare, ma lo so; è il mio istinto”.
Questo è il potere del Terzo Chakra: Tu sai ma non puoi spiegare perché lo sai. Dici: “Beh, è il mio istinto”.
È il nervo centrale, tra il cervello e i neuroni, e ha un unico schema, come una chiave maestra, lo chiamano lo schema maestro.
Una volta che questo si risveglia, e lo schema maestro è impostato, non si ha assolutamente nessuna insicurezza. Una persona può vivere la vita, ma non può mai sperimentare la vita se il terzo centro è dormiente.
Può essere attivato per caso, può essere attivato in modo metodologico, scientifico. L’intero scopo della scienza dello yoga è di attivare questo potere dormiente nel terzo centro.
(Adattato dalla lezione di Yogi Bhajan, The Chakras, 6 febbraio 1991).
I blocchi del corpo (bandh)
I Bandh sono i blocchi applicati alle zone del corpo che dirigono il prana e l’apana. I blocchi sono le tecniche basilari che accumulano gli effetti degli sforzi del praticante. Questi permettono lo stabilirsi di un equilibrio che ha un impatto enorme sull’intero sistema del corpo e la mente.
Il blocco della radice (mulbandh):
è come un blocco idraulico alla base della spina dorsale. Coordina, stimola ed equilibra le energie coinvolte con il retto, gli organi sessuali e il Punto dell’Ombelico.
Ridirige l’eccesso di energia sessuale, in creatività e protezione per il corpo. In generale questo Bandh è applicato alla fine di ogni esercizio o di una serie di esercizi per cristallizzarne gli effetti.
Per applicare il mulbandh, prima si contrae lo sfintere anale, poi si contrae l’area intorno agli organi sessuali (come per far fermare il flusso di urina) e poi si contraggono i muscoli del basso addome e il Punto dell’Ombelico verso la spina dorsale. Queste 3 azioni vanno eseguite insieme (ma in questo ordine) in un movimento morbido, rapido e fluido.
Il blocco del collo (jalandharbandh):
Questo è generalmente il più applicato dei blocchi. È regola generale applicarlo in tutte le meditazioni recitate e durante tutti gli esercizi di pranayam.
Questo bandh aiuta a contenere l’energia generata dell’area superiore del tronco cerebrale. Inoltre, previene eccessivi cambiamenti nella pressione sanguigna che possono a volte essere causati dall’esercizio e dalla respirazione.
Agisce come una valvola di salvezza che regola questa pressione riducendo i capogiri che possono risultare dalla pratica.
Como applicare il blocco del collo:
- Sedetevi comodamente con la schiena diritta
- Sollevate il petto e lo sterno
- Contemporaneamente, raddirizzate dolcemente la base del collo spingendo il mento verso il collo.
- La testa è diritta e al centro e non pende né in avanti né di lato
- I muscoli della gola e il collo rimangono rilassati, tenendo rilassati anche i muscoli del viso e della fronte.
- L’allungamento è applicato automaticamente dal cambio della posizione relativa tra il mento e il torace. Non forzate la testa in avanti o verso il basso giacchè questo porterà solo ad un indolenzimento del collo.
Il blocco del diaframma (uddyana bandh)
Il nome di questo blocco, uddyana, viene dalla parola sanscrita che significa “volare alto”.
Non è l’anatomia fisica a volare alto ma l’energia del basso addome che sale. Il diafframma forma una barriera tra la parte superiore del torace e il basso addome.
È una barriera muscolare fisica e anche una barriera energetica. Al ritmo del respiro il movimento del muscolo del diafframa fa fluttuare la polarita dell’energia al centro del corpo.
Quest’azione è regolata dal nervo “U”, un plesso sotto l’ottava e la nona vertebra toracica. La barriera è anche psicologica. Le funzioni che hanno luogo sotto la barriera sono più inconsce e reattive mentre le funzioni che occorrono sopra di essa sono più consapevoli e flessibili.
L’uddyana bandh attraversa questa barriera mente-corpo. Integra verticalmente le qualità emotive e permette la circolazione dell’energia pranica nel canale centrale sushmana.
Come applicare il blocco del diaframma:
- Assicurarsi di non avere lo stomaco pieno.
- Applicare questo blocco solo con il respiro completamente espirato, trattenendo il respiro.
- Sedersi comodamente con la colonna vertebrale diritta e con un leggero blocco del collo.
- Inspirare profondamente ed espirare completamente attraverso il naso. Trattenere il respiro.
- Tirare tutta la regione addominale, specialmente la zona sopra l'ombelico, verso la colonna vertebrale.
- Tieni il torace sollevato e non lasciare che il torace crolli verso il basso.
- Premere delicatamente in avanti la parte inferiore della colonna vertebrale toracica.
- Mantenere il sollevamento con forza per 10-60 secondi, a seconda delle proprie capacità, senza sforzo, e mantenere un senso di calma concentrato.
- Rilasciare il blocco rilassando l'addome e inspirando gradualmente. In questo momento, non rilasciate il blocco del collo e non alzate il mento.
Il blocco del diaframma, uddiyana bandh, aiuta a rafforzare la digestione aumentando l’elemento del fuoco, l’elemento di trasformazione nella regione addominale.
Questo aiuta il vostro centro del cuore – il vostro chakra del cuore – ad aprirsi e a fluire con energia. Quando il tuo chakra del cuore è aperto, hai la capacità di essere sensibile, compassionevole e gentile.
I Mudra
Un mudra è una posizione delle mani che “sigilla” e guida il flusso di energia e il riflesso associato verso il cervello.
Le mani non sono solo funzionali, sono una mappa energetica della nostra coscienza e della nostra salute. Ogni area della mano corrisponde ad una certa area del corpo e a diverse emozioni e comportamenti.
Arricciando, incrociando, allungando e toccando le dita e i palmi delle mani, possiamo parlare efficacemente al corpo e alla mente. Ogni dito si riferisce ad un’energia planetaria e alla qualità che ogni pianeta rappresenta. Il pollice si riferisce all’individuo (l’ego).
In seguito, troverete una lista con alcuni dei mudra più utilizzati nel kundalini yoga.
Focalizzazione degli occhi (dhirst)
Molte meditazioni e kriya nel Kundalini Yoga specificano un punto esatto di focalizzazione per gli occhi. La direzione dello sguardo ha un impatto fisico sul nervo ottico mentre viaggia dagli occhi al centro del cervello.
Durante la meditazione e altre attività, le diverse posizioni degli occhi fanno sì che il nervo ottico applichi pressioni variabili alle ghiandole principali e alla materia grigia. Più che ridurre le distrazioni esterne, la focalizzazione oculare è una potente tecnica di meditazione.
Quando non viene data una focalizzazione oculare specifica per una meditazione o un kriya, gli occhi devono essere tenuti chiusi. Tenere gli occhi chiusi durante le kriya e le meditazioni del Kundalini Yoga incoraggia la concentrazione all’ interno.
Oltre agli effetti fisici, la focalizzazione degli occhi agisce come un focus mentale, permettendo alla mente di raggiungere più facilmente un punto di calma consapevole durante la meditazione.
Il rilassamento: un esercizio fondamentale
La capacità di rilassarsi è essenziale al benessere fisico e mentale. Durante la pratica di un kriya, al meno che non sia indicato diversamente, ci sarà sempre un rilassamento della durata di circa 11 minuti.
Il rilassamento è una parte importante del ritmo dell’esercizio e del cambiamento nel Kundalini Yoga. Lo stato psicologico e neuronale di un praticante viene elevato dopo aver completato un kriya del Kundalini Yoga. Il rilassamento serve diverse funzioni:
- Ringiovanimento, soprattutto del sistema nervoso parasimpatico
- Distribuzione del prana stimolato dagli esercizi
- Liberazione da schemi rigidi nei muscoli e nel flusso sanguigno
- Circolazione dei cambiamenti ghiandolari
- Centralizzazione delle energie emotive
Pranayama
Il Pranayam è la scienza del respiro, che controlla il movimento del prana attraverso l’uso de tecniche di respirazione.
Il pranayam è il controllo dell’energia. Nel Kundalini Yoga si utilizza un’ampia gamma di tecniche di pranayam, usando il ritmo e la profondità del respiro per influenzare e gestire diversi stati di energia di benessere, consapevolezza ed emozione.
La mente segue il respiro. La chiave per controllare la mente è il controllo del respiro.
Il kundalini Yoga esamina e interrompe l’abitudine di ignorare il respiro. Il respiro viene considerato in un modo molto più ampio di una semplice respirazione giacché il respiro e i suoi movimenti sono connessi ai movimenti di tutte le emozioni e di tutti i pensieri.
Prana
Il Prana è la forza vitale sottile, l’energia subatomica. La prima unità di energia. Il prana rappresenta il movimento e la codifica delle energie vitali attraverso i regni della mente e del corpo.
Il Prana si accumula tra la base del cuore e il collo. È legato alle funzioni dei polmoni e all’inspirazione. Il movimento del Prana consiste nell’accumulo e nell’espansione dei polmoni e dell’energia interna. Quando siete pieni di prana, siete pronti a vivere, siete carichi di energia, la vostra respirazione è aperta e la mente assume un senso di positività.
Apana
L’Apana è l’eliminazione o la forza di eliminazione. Queste funzioni operano a tutti livelli, sia grossolani che sottili per espellere l’energia negativa e i rifiuti.
L’Apana ha la sua dimora sotto l’ombelico e governa tutte le funzioni relative all’eliminazione. È associata all’eliminazione tramite il retto, la vescica, il colon e i genitali. L’apana scende ed esce dal corpo attraverso i piedi, nonostante la sua uscita primaria sia il retto.
Con un apana forte arriva un senso di sicurezza. Con un apana debole, ossia troppo apana, si tenderà a essere lenti, pigri e ad avere un senso di pesantezza, un senso di confusione e di stupidità.
Le tre menti funzionali
Le tre menti funzionali sono modi di reazione fondamentali dalla mente di un individuo. Queste menti formano la vostra firma individuale all’interno della Mente Universale (Chitta) esprimendo le vostre reazioni davanti a cose, pensieri e sentimenti.
Tutte e tre menti funzionali valutano ogni pensiero e percezione. Ogni pensiero è filtrato attraverso la mente negativa, positiva e neutra. Questi aspetti della mente sono sviluppati in maniera differente in ogni individuo.
Alcuni hanno una mente negativa più forte, o una mente positiva più forte, o una mente neutra più forte. Comunque, raramente sono tutte e tre forti e convivono in equilibrio. Questa è la mente illuminata. È flessibile e creativa e capace di riflettere l’unicità dell’anima.
La nostra abilità per formare giudizi emotivi è quasi istantanea. Una recente ricerca sul cervello ha dimostrato che giudichiamo un suono, a prescindere che ci piace o meno, in meno di 200 millesimi di secondi.
Il suono può essere una sillaba senza senso, senza una ragione evidente per che ci possa piacere o meno. Nonostante ciò, la mente ha sentimenti e giudizi immediati riguardo ai suoni. È un processo inconscio. Così è quanto veloce la mente negativa e positiva reagiscono.
Come detto prima, ogni persona può avere una di queste tre menti più forte o più deboli da altri. Ma quando tutte e tre lavorano bene insieme, avete uno strumento potente che vi permette di valutare tutte le cose ed agire in modo intelligente. La mente che viene usata di meno e che ha più bisogno di essere sviluppata è La Mente Neutra.
(Adattato dal libbro The Mind: Its Projections and Multiple Facets, Yogi Bhajan, Kundalini Research Institute)
La Meditazione
La meditazione è il processo per controllare e trascendere le onde della mente. La mente ci è stata data come strumento. La mente non è il nostro Maestro. La mente ci è stata data con lo scopo di servirci.
Abbiamo sviluppato così tanti aspetti diversi della tecnologia, ma non abbiamo sviluppato il computer più grande che tutti noi abbiamo, che è la nostra mente. La mente è al di là del tempo e dello spazio e gli yogi sostengono che la mente genera migliaia di pensieri al secondo. Quando ci si siede in silenzio e si volge l’attenzione verso l’interno, si diventa molto consapevoli di ciò che accade sullo sfondo della propria mente.
La meditazione può essere spesso beata o molto accogliente, poiché la mente meditativa stabilisce un luogo di coscienza elevata.
A volte la meditazione può essere davvero miserabile. La meditazione è un processo di purificazione. Le distrazioni sono la regola e potreste trovarvi ad osservare alcuni pensieri molto sgradevoli e brutti mentre meditate. Non valutate o reagite ai pensieri estranei.
Lasciate che siano elaborati dal mantra e/o da altri punti di attenzione. L’importante è andare avanti! I mantra e le meditazioni fanno il loro lavoro. State pulendo e liberandovi della negatività che ha coperto la luce divina dentro di voi.
La gamma e la varietà di tecniche di meditazione nella tradizione del Kundalini Yoga è davvero straordinaria. Yogi Bhajan ha tramandato centinaia di meditazioni su misura per applicazioni mirate.
Ci sono meditazioni che riducono lo stress, lavorano sulle dipendenze, aumentano la vitalità e puliscono i chakra, per citarne solo alcune. Sebbene esistano molti, molti stili e approcci alla meditazione, ciò che distingue l’approccio alla meditazione del Kundalini Yoga è la sua precisione, efficacia e praticità.
“Preghiera è quando la mente ha un’unica direzione e l’uomo parla all’Infinità. Meditazione è quando la mente diventa totalmente pura e ricettiva e l’Infinità parla all’uomo”
Yogi Bhajan
Minuti di meditazione e effetto
La scienza yogica dice che ci sono specifiche lunghezze di tempo necessarie per certi effetti desiderati nella meditazione. Così, le meditazioni (e gli esercizi in un kriya) sono tenuti per un determinato periodo di tempo. La maggior parte delle meditazioni viene fatta per 11 o 31 minuti.
Meditazione e Cicli di trasformazione
Impegnarsi in una pratica personale fa proprio il processo di trasformazione e di scoperta di sé. Per padroneggiare gli effetti di una meditazione, praticatela come una “sadhana” come disciplina quotidiana.
Questo svilupperà un’abitudine stimolante per la vita. L’abitudine ci controlla così tanto che si dice che possiamo effettivamente cambiare il nostro destino cambiando le nostre abitudini.
Secondo la scienza yogica, la mente umana funziona a cicli. possiamo usare vari cicli per rimpiazzare schemi di comportamento indesiderati (abitudini mentali o emotive) con altri nuovi e più positivi. Si può scegliere una meditazione che si adatta ai nostri obiettivi e/o che ci ispiri, portando la pratica per un periodo specifico:
- Ci vogliono 40 giorni per cambiare un’abitudine
- Ci vogliono 90 giorni per confermare l’abitudine.
- In 120 giorni, la nuova abitudine rappresenta chi siete.
- In 1000 giorni, avete il controllo della nuova abitudine.
Sadhana (disciplina)
Sadhana significa pratica spirituale quotidiana. È il fondamento di ogni sforzo spirituale. Sadhana è il vostro sforzo spirituale personale e individuale.
È lo strumento principale che usate per lavorare su voi stessi per raggiungere lo scopo della vita. La Sadhana è un’auto-disciplina che ci permette di esprimere l’Infinito nel sé.
È un momento giornaliero che serve ad osservare li schemi che ci allontanano dalla consapevolezza più alta e a trascendere questi schemi. La Sadhana è una disciplina della mente e del corpo per servire l’anima.
La Sadhana è un’attività consapevole. Scegliamo consapevolmente di praticare una meditazione o un kriya ogni giorno. Ma ogni giorno è diverso. Ogni giorno noi siamo diversi. Le cellule del corpo cambiano completamente ogni 72 ore. La malattia va e viene. La motivazione aumenta e diminuisce. Ma nella corrente della vita, in tutte le variazioni della mente e del cuore, scegliamo consapevolmente di mantenere una pratica costante e regolare.